La Campania è una delle 4 regioni italiane con il privilegio di ospitare ben 7 siti dichiarati patrimonio UNESCO. Scopri cosa puoi visitare se soggiorni alla Morella, inizia da qui ad organizzare il tuo tour della regione Campania!
Come si può vedere dalla mappa, la nostra regione è una delle 4 con il maggior numero di siti riconosciuti dall’UNESCO come patrimonio dell’umanità. La Campania, con i suoi 6 milioni di abitanti è una delle regioni più popolate oltre ad essere la regione con il maggior numero di siti UNESCO, come i siti di Pompei ed Ercolano, la costiera amalfitana, il palazzo reale di Caserta, solo per citarne alcuni. Ad ogni modo, la regione Campania non è solo cultura ma anche natura, vini e cibo. La mozzarella di bufala campana, i pomodori di S.Marzano, la mela “annurca” di Avellino ed i carciofi di Paestum sono solo alcuni esempi dei prodotti tipici che potreste trovare nei dintorni della nostra masseria.
I Latini chiamavano la campania “Campania Felix” per esaltare la fertilità delle sue terre ed il clima estremamente favorevole; per queste ragioni la Campania è stata abitata da antiche popolazioni già dal secondo millennio prima di Cristo. Oggi oltre il 25% del territorio è dichiarato area protetta come il Parco Nazionale del Vesuvio, il Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano ed il Parco Regionale dei Monti Picentini.
La Campania è anche sole, mare e isole famose in tutto il mondo, come Capri, Ischia e Procida.
Agriturismo in Campania
La masseria La Morella, sorge all’interno di un complesso del XVIII secolo, proprio al centro della Piana della Sele. In quelle che un tempo furono i locali di un’antica azienda agricola, dopo un’opportuna riqualificazione, oggi offriamo un soggiorno di relax. Nelle nostre camere gli ospiti possono godere della tranquillità dell’agriturismo, che ancora oggi funziona come azienda agricola. Inoltre, il nostro agriturismo per famiglie in Campania è in grado di accogliere grandi e piccini. Le attività dell’agriturismo sono numerose e comprendono eventi di degustazione, ma anche momenti formativi. Infatti, La Morella è un agriturismo con fattoria didattica riconosciuta dalla Regione Campania. Il nostro agriturismo con piscina, offre inoltre anche il giusto svago ai più giovani. Il nostro ristorante, infine, potrà darvi soddisfazionie enogastronomiche grazie ai prodotti a km 0 e i vini biologici della nostra azienda.
Grazie alla sua posizione favorevole, l’agriturismo La Morella, ubicato a Battipaglia in Campania, si propone come il luogo di partenza ideale per visitare le bellezze della regione. Collocato a pochi minuti dall’autostrada SA-RC e della stazione ferroviaria di Battipaglia, la masseria La Morella consente di raggiungere con estrema facilità tutte le maggiori bellezze della regione: dalla costiera cilentana, fino a Napoli.
Territorio:
Montagne, isole, pianure e colline, la nostra regione riesce a soddisfare tutti i gusti in merito a natura e paesaggi. Paestum e Salerno, che sono a 20 km dalla Morella, sono al centro di una vasta area pianeggiante chiamata Piana del Sele, molto importante per l’agricolutra, specialmente per la produzione di pomodori, insalate, fragole e frutta. Di fronte a Napoli ci sono le isole della Campania: Nisida, Capri, Ischia, Procida e Vivara, tutte molto importanti dal punto di vista naturalistico e turistico. La regione è attraversata dalla catena montuosa appenninica, che include i monti Alburni, il monte Cervati ed i monti Trebulani, mentre la zona costiera include importanti aree vulcaniche come Campi Flegrei, Roccamonfina e Somma-Vesuvio.
Città:
Napoli è la città più grande e la città simbolo della Campania: una città distesa sul mare, un museo a cielo aperto. Il centro storico è stato dichiarato sito UNESCO patrimonio dell’umanità con i suoi monumenti, ville e palazzi storici. I simboli della città come il Palazzo Reale, Piazza Plebiscito ed il Castello Angioino sono apprezzati e conosciuti in tutto il mondo. Ma è lo stesso “cittadino napoletano” nel bene e nel male ad essere al centro dell’attenzione. Napoli è anche un polo culturale, una città universitaria con le due 4 università statali e 2 private. Anche la natura è protagonista nella città con giardini storici e parchi aperti al pubblico come il parco virginiano a Posillipo e la villa comunale. Dal parco virginiano si può godere di una bellissima vista della città e delle isola di Ischia, Procida, Capri, Nisida, Vesuvio e fino a Sorrento. Napoli è lontana solo 1 ora di macchina o treno dal nostro agriturismo.
Salerno è la seconda città per dimensione ed è posizionata geograficamente al centro di un triangolo chiamato triangolo turistico delle 3 P (Pompei, Paestum e Positano). Questa peculiarità, conferisce a Salerno caratteristiche turistiche particolari che sono ulteriormente avvalorate da numerosi punti di interesse turistico interni alla città, come la passeggiata sul lungomare Trieste, il castello di Arechi, il Duomo ed il museo virtuale della scuola medica salernitana. Il porto di Salerno è ben collegato con Amalfi, Positano, Capri ed altri piccoli villaggi della costiera amalfitana. Un efficiente servizio di traghetti è disponibile tutti i giorni, con connessioni ogni mezz’ora per la costiera amalfitana. Puoi raggiungere il porto di Salerno dall’agriturismo La Morella in soli 20 minuti.
Tradizioni ed eventi:
Nella nostra regione le feste religiose sono particolarmente sentite. San Gennaro è la più importante festa religiosa conosciuta che mobilita tutta la cittadinanza napoletana e le città circostanti. Altre famose feste religiose sono organizzate a Gesualdo, Morcone e Santa Anastasia. Parate, balli mascherati e carri allegorici sono organizzati in tutte le cinque provincie della Campania. Ad esempio, a Palma Campania si celebra il Carnevale Palmese, una festa di 3 giorni che consiste in decide di concerti eseguiti dal vivo con centinaia di musicisti ingaggiati dalle migliori orchestre della penisola, oltre mille percussionisti che suonano gli strumenti tipici della tradizione. Si tratta di una tradizione che affonda le radici nel carnevale napoletano del XVII secolo.
Anche la costiera amalfitana è ricca di celebrazioni, per esempio quella di Santa Trofimena, “il Santo venuto dal mare”. E’ forse strano festeggiare un santo patrono ogni anno, ma la gente di Minori, un piccolo villaggio lungo la costiera amalfitana, è ancora più unica perchè celebra il suo Santo tre volte l’anno, il 13 Luglio, il 5 ed il 27 di Novembre!
Le “feste sull’acqua” non sono una novità, ma un fiume che viene deviato per inondare le strade della città forse è davvero una particolarità unica al mondo. Ogni estate, nel piccolo paesino di Campagna (si chiama proprio così), a soli 15 minuti dall’agriturismo La Morella, questo è proprio quello che succede. L’evento si chiama “A’ chiena” che è la versione dialettale de “la piena” e si svolge da luglio ad agosto ogni anno. Sembra che la vecchia tradizione folkloristica nasce dalla necessità di lavare le strade, sopratutto in estate quando le piogge scarseggiano. Oggi è un ottimo sollievo dal caldo ed un sano intrattenimento per grandi e piccini.
Un importante festival culturale e musicale è il Festival di Ravello, in costiera amalfitana. Conosciuto anche come il “Wagner Festival”, il festival di musica e arte si svolge ogni anno in estate e cattura l’attenzione di tutto il paese di Ravello, nella costiera amalfitana. L’idea del festival, nato nel 1953 con il contributo dell’Ente Provinciale per il Turismo di Salerno si deve a Paolo Caruso, il quale pensò ad una manifestazione progettata appositamente per i cultori della musica del compositore tedesco. La prima edizione, tenutasi in due serate con le musiche dell’Orchestra del Teatro San Carlo di Napoli cadde, tra l’altro, proprio in occasione del 70º anniversario della morte di Wagner. Wagner visitò Ravello nel 1880 durante una visita alla costiera amalfitana, visitò Villa Rufolo e si meravigliò di trovare all’interno della villa il giardino di Klingsor così come lo aveva immaginato e la cui musica aveva già scritto.
A tavola, cibo e vino:
La gastronomia italiana è conosciuta in tutto il mondo, ma in Campania abbiamo una tradizione in cucina ricca di piatti tipici che vi aiuteremo a scoprire. Il più famoso, conosciuto in tutto il mondo, è la pizza, quella napoletana però! Da 2018 l’UNESCO ha riconosciuto patrimonio dell’umanità l’arte dei pizzaioli napoletani. E’ difficile scrivere raccontare la cucina tradizionale campana in un paragrafo, per questo citiamo solo alcuni piatti come ad esempio il ragù, o meglio “O rraú d”o guardaporta ” cioè il ragù del portinaio, un piatto di pasta succulento, ricco di ingredienti genuini e molto conosciuto a Napoli. Sono tantissimi i piatti che si potrebbero citare, al nostro ristorante spesso ci piace preparare un piatto semplice e delizioso, i paccheri allo scarpariello; provateli, non ve ne pentirete.
Anche la parmigiana di melanzane è un piatto tipico campano irresistibile a tutti i clienti che visitano il nostro agriturismo. Passando al dessert, la pastiera napoletana nel periodo pasquale è senza dubbio un dolce da provare. Se visitate la costiera amalfitana non potete fare a meno di provare il limoncello della costiera, la delizia al limone oppure la torta di pere e cioccolato.
La zona che va dal nostro agriturismo fino a Paestum è il luogo di origine della mozzarella di bufala campana; la produzione di questo delizioso formaggio a pasta filata è giornaliera e siamo orgogliosi di servire la mozzarella fresca di giornata accompagnata da pomodori locali ed il nostro olio extra vergine di oliva. Se soggiornate per pochi giorni e non la vedete nel menù giornaliero del nostro ristorante non esitate a chiederla, si tratta di un prodotto che spesso inseriamo nel menù ma non tutti i giorni e non è possibile stoccarla.
In Campania troverete anche vini di qualità come il Trebbiano, il Sangiovese, la Malvasia, il Greco e l’Aglianico. Abbiamo 1,5 ettari di aglianico, potrete visitare il nostro vigneto e degustare il nostro vino Ascolto, un vino affinato in botti di rovere.
Storia:
Antiche tribù e guerre Sannite
Gli abitanti originari della Campania si potevano dividere in tre gruppi che parlavano tutti la lingua osca, che fa parte della famiglia italica; i loro nomi erano Osci, Aurunci e Ausones. Durante l’VIII secolo aC, le popolazioni di Eubea in Grecia, note come Cumeni, iniziarono a fondare colonie nell’area della moderna provincia di Napoli. Un’altra tribù Osca, i Sanniti, si spostò dal centro Italia verso la regione Campania.
La città Aeclanum.
Dal momento che i Sanniti erano più guerrieri dei Campani, conquistarono facilmente le città di Capua e Cuma, in una zona che era una delle più prospere e fertili della penisola italiana dell’epoca. Durante il 340 a. C., i Sanniti furono impegnati in una guerra con la Repubblica Romana in una disputa nota come le Guerre sannitiche, con i Romani che si procuravano vasti pascoli della Campania settentrionale durante la Prima Guerra Sannitica.
Il principale insediamento greco indipendente rimanente fu Neapolis, e quando la città fu alla fine catturata dai Sanniti, i napoletani non ebbero altra scelta che invitare i Romani, con i quali stabilirono un’alleanza, scatenando la Seconda Guerra Sannitica.
Il console romano Quinto Publilio Filone riconquistò Neapolis nel 326 aC e permise di rimanere una città greca con qualche autonomia come civitas foederata mentre era fortemente allineata con Roma. La Seconda Guerra Sannitica terminò con i Romani che controllavano la Campania meridionale e altre regioni più a sud.
Dagli Angioini ai Borbone
La Sicilia e Napoli furono separate nel 1458 ma rimasero come dipendenze di Aragona sotto Ferrante. La nuova dinastia rafforzò il commercio di Napoli stabilendo relazioni con la penisola iberica. Napoli divenne anche un centro importante del Rinascimento in quest’epoca, con artisti come Laurana, da Messina, Sannazzaro e Poliziano che arrivarono in città. Durante il 1501 Napoli passò sotto il dominio diretto dalla Francia al tempo di Luigi XII, quando il re napoletano Federico fu preso come prigioniero in Francia; tutto questo durò 4 anni. Successivamente a Spagna vinse su Napoli nella battaglia di Garigliano, di conseguenza Napoli divenne parte dell’impero spagnolo e così rimase durante tutta l’epoca della Spagna asburgica. Gli spagnoli inviarono i viceré a Napoli per occuparsi direttamente delle questioni locali: il più importante dei quali fu Pedro Álvarez de Toledo, che fu responsabile di un notevole progresso sociale, economico e urbano nella città.
Ferdinando IV, re di Borbone.
Passato agli annali di storia come Re Nasone e Re Lazzarone, nomignoli datigli dai lazzari napoletani in giovane età, Ferdinando IV di Napoli (contemporaneamente Ferdinando III di Sicilia, prima che le due corone fossero fuse nel Regno delle Due Sicilie) è stato il primo sovrano a nascere nel Regno della casata dei Borbone di Napoli. Il suo, durato sessantasei anni, è stato il terzo regno dopo quello del padre Carlo III di Spagna e del nonno Filippo V di Spagna.
Nato a Napoli nel 1751, come Ferdinando I di Borbone, morì nel 1825 dopo uno dei regni più longevi della storia, data la sua giovane età quando salì al trono. Avendo solo otto anni gli si affiancò un Consiglio di Reggenza, presieduto dal toscano Bernardo Tanucci, che si trasformò in Consiglio di Stato quando il re divenne maggiorenne. Ferdinando IV è stato condannato dalla storiografia a causa dei suoi atteggiamenti poco consoni ad un monarca, ma il suo buon carattere ne valse il ritratto di un uomo ricco di buon senso e che amava il suo popolo, tanto da scegliere fin dalla giovane età di stare in mezzo alla gente e di voler parlare la Lingua Napoletana. Il giovane Ferdinando amava stare all’aria aperta, adorava la caccia, la pesca e cavalcare era il suo hobby preferito. Si esprimeva solo in Napoletano e alla compagnia dei cortigiani preferiva quella dei servi, educato dal principe di San Nicandro, individuo definito dai contemporanei gretto ed ignorante, riuscì a fare del suo discepolo un uomo dai tratti rustici, curandolo più nel fisico che nello spirito. Alexandre Dumas, il quale è stato tuttavia spesso eccessivamente duro e fazioso nei confronti dei Borbone di Napoli, racconta che durante i consigli di stato aveva proibito l’uso dei calamai, perché si stancava di scrivere e per la sua firma riuscì a far meglio di Napoleone, che ridusse la sua ad una sola lettera “N”, Ferdinando IV faceva apporre un timbro da Tanucci.
Il matrimonio con Maria Carolina d’Asburgo avvenne per Procura a Vienna il 7 aprile del 1768. Nonostante i loro diciassette figli, di cui solo quattro riuscirono a sopravvivere ai genitori, la loro unione fu ricca di episodi di reciproca infedeltà. Ferdinando IV amava intrattenersi con donne di rango nobile dalla rinomata bellezza, ma anche con le contadine prosperose della campagna campana.
Tra le molte iniziative di governo che realizzò ci fu l’istituzione del centro di selezione equina di Serre (1763), finalizzata a rinsaldare le tradizioni cavallerizze napoletane, dando origine ad una stirpe di robusti cavalli e nel 1779 fondò la manifattura di San Leucio, per la produzione della seta. Altro grande primato del Regno di Napoli fu, infatti, la realizzazione di una vera e propria industria tessile con macchinari all’avanguardia per l’epoca. In realtà Ferdinando IV creò un vero e proprio borgo attorno a questa sede di produzione, dando lavoro a migliaia di persone. Un sito che oggi è patrimonio dell’umanità dell’UNESCO.
Seconda Guerra Mondiale
Nel Settembre 1943 Salerno fu teatro dell’operazione Avalanche che causò molti danni . Dal 12 febbraio al al 17 Luglio 1944, ospitò il governo di Pietro Badoglio. In questi mesi Salerno fu temporaneamente “Capitale del regno d’Italia”, il Re Vittorio Emanuele III ha vissuto in una casa in periferia. Salerno ha ricevuto il primo “Tricolore” in una cerimonia ufficiale il 7 Gennaio 2012 dal premier Mario Monti per celebrare la storia gloriosa dell’italia e della sua vecchia capitale.
The MOA
Un museo relativo all’operazione Avalanche è situato in un monastero del XV secolo a Eboli, a soli 15 minuti di distanza dall’agriturismo La Morella. Il museo ha aperto i battenti il 9 settembre 2012 ed è composto da uno spazio multimediale multiuso, schermi tridimensionali ed una collezione varia di immagini, musica, video e racconti relativi a tutti gli eventi dell’operazione Avalanche.
Ci sono anche armi, uniformi, cimeli delle truppe italiane, britanniche, americane e tedesche. Molti dei vari oggetti esposti sono stati recuperati da vari scavi nei vari campi di battaglia delle aree circostanti. Il museo ha anche altri oggetti che evocano la cultura e le sensazioni di quel tempo, inclusi diari, documenti ufficiali e scritture private di una comunità che è stata catapultata al centro di uno dei più sanguinosi conflitti in Italia.